Mi chiedo cosa passi nelle teste degli uomini del marketing motociclistico, figliocci dei giganti del mercato automobilistico da cui dovrebbero imparare tecniche avanzate di vendita.
In campo moto ci sono buoni esempi come gli uomini marketing di MV Augusta che ultimamente non sbagliano un colpo, sfornano a ripetizione versioni ristilizzate, in vista di importanti celebrazioni, esosamente inutili ma di fatto amate e collezionate dal pubblico, il loro motto potrebbe benissimo essere cambiare senza strafare.
Poi c'è la Yamaha che ha presentato la XJ6 in colorazione Giro d'Italia, in una biciclettosa colorazione rosa. Perché? Perché abbinare il giro in bicicletta alla XJ6? Perché abbinare un colore così femminile ad una moto? Puntare direttamente alla fascia femminile di mercato? La Lancia lo fece la prima volta con il modello Y rendendola disponibile puntando direttamente a solleticare le passioni delle donne, il risultato fu un boomerang commerciale poiché si scoprì essere evitata in fase d'acquisto dagli uomini.
Personalmente ritengo che il progetto XJ6 è nato con una logica discutibile. sovrapponendosi come versione di cavalleria minore alla vecchia FZ6.
In un mercato dove si rincorrono cavalli a iosa la più umile persona si potrebbe chiedere che senso ha comprare una 600 da 80 cavalli quando con poco di più posso comprarmene una da 100?
Forse un'implicita conferma alle mie riflessioni la trovo nei dati di vendita.
Azzardi commerciali in un periodo di flessione negativa del mercato.
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